Alessandra Panciera
Alessandra Panciera, ispiratrice della Fondazione, nacque a Padova il 31 luglio 1926.
La mamma, Maria Toffanin, era figlia di un noto avvocato dell’epoca e tra i numerosi fratelli (otto fra maschi e femmine) si distinguevano Paolo, avvocato che aveva discusso cause celebri durante gli anni ‘40 e ‘50, e Giuseppe, professore di letteratura italiana, autore di un famoso libro sull’Umanesimo.
Il padre, Ezio Panciera, apparteneva ad una famiglia di abili imprenditori di Schio, che avevano vari interessi, tra i quali spiccava l’attività estrattiva delle cave del caolino iniziata nel 1908. Il nonno e il padre di Alessandra investirono consistenti capitali nell’ammodernamento degli impianti, dando lavoro a tante famiglie scledensi e facendo divenire la società Panciera una delle più floride realtà economiche del Comune di Schio.
Alessandra si laureò in agraria e si occupò degli interessi di famiglia che riguardavano l’agricoltura e l’attività estrattiva, sino agli anni ottanta.
Ma l’allevamento di cavalli da concorso fu la sua vera grande passione. A Boscochiaro, frazione di Cavarzere, si trovava l’allevamento di cavalli che seguì con grande attaccamento fino a quando ne ebbe le forze.
Donna colta, originale e sensibile, aveva un carattere estremamente forte e non sempre diplomatico. Amava la caccia e l’equitazione. Era persona spiritosa e di grande curiosità intellettuale. Negli ultimi anni della sua vita, ha sopportato una lunghissima malattia con eccezionale equilibrio, pazienza e fede, impartendo una straordinaria lezione di dignità a tutti coloro che l’hanno frequentata.
La sua curiosità l’ha portata a collezionare oggetti antichi, dipinti, libri, mobili e ceramiche.
Nella sua casa di via Savonarola a Padova, resa accogliente e particolare da questi “pezzi”, si riuniva spesso la sua cerchia di amici; fra i molti suoi pregi, spiccava quello dell’ospitalità.
Gli oggetti più preziosi sono stati donati al Museo di Schio, ove si possono ammirare.